Burano Venezia
Burano cosa vedere
Tutti avranno sentito parlare dell’isola di Burano a Venezia famosa per i suoi merletti, e molti sapranno delle caratteristiche case colorate. Ma non tutti sanno la sua storia passata e presente. Chi non vi è stato, non può capire la bellezza e unicità di questo luogo. Con le mie foto cercherò almeno in parte di farvelo capire. Chi non è mai stato potrà scoprire cosa vedere a Burano la prossima volta che organizzerà un viaggio a Venezia. Perché non puoi dire di aver visto Venezia se non hai visto Burano.
Burano e Murano
Solitamente chi visita Murano, vi abbina la visita a Burano. Burano e Murano quindi il turista le abbina per visitarle. Ma concentriamoci ora sulla storia di Burano. Gli abitanti di Altino per sfuggire alle invasioni barbariche, si rifugiarono nelle varie isole della laguna, dando a queste i nomi delle sei porte della città: Murano, Mazzorbo, Burano, Torcello, Ammiana e Costanziaco, derivati appunto dai nomi delle porte di Altino. Il nome Burano deriva dalla “Porta Boreana” chiamata così perché posta a Nord-Est, direzione da cui soffia la bora.
Le prime abitazioni delle isole erano fatte di palafitte, con le pareti perimetrali costituite di canne intrecciate e successivamente intonacate con fango. Erano costruzioni molto leggere composte da un solo vano, perchè il terreno era molle. Il pavimento era in terra battuta e i letti erano fatti di foglie secche. Successivamente questi “casoni” vennero sostituiti da costruzioni in mattoni e alcuni dei restanti furono utilizzati per le attività di pesca e caccia.
Antichi resti
Esiste una scuola di pensiero la quale ipotizza che Burano non sia sorta dove si trova oggi. Alcuni antichi testi scrivono che l’isola era collocata più vicino al mare e che gli abitanti l’abbandonarono a causa delle forti correnti marine che allagavano la terra e a causa dei venti che la corrodevano. Altri testi invece scrivono che Burano sia sempre stata dove risiede oggi e che abbia sempre goduto di un’ottima posizione geografica: sembra infatti che la continua ventilazione dell’isola sia riuscita a tenere lontana la malaria.
Fin dai tempi della Repubblica di Venezia, Burano con la sua modesta popolazione allora di circa 8.000 persone, era un’isola di povera gente che viveva soprattutto di pesca e di agricoltura. Grazie all’abilità delle merlettaie cominciò a crescere, ad arricchirsi e ad espandere l’artigianato locale anche nei paesi stranieri. Il centro abitato di Burano si divide tutt’oggi in cinque frazioni collegate da ponti: San Martino Destro, San Martino Sinistro, San Mauro, Giucecca e Terranova che sono separate tra loro dai rispettivi canali: Rio Ponticello, Rio Zuecca e Rio Terranova.
Per le vie di Burano
i visitatori di Burano rimangono affascinati dai suoi mille colori e dalle case colorate che si riflettono nelle acque verdi dei canali, dal campanile storto, dalla sua tranquillità e dalla calma con cui le anziane signore ricamano l’originale merletto buranello con il loro tombolo mentre, tra di loro, ridono e chiacchierano nei campielli. Sembra di essere in paradiso, bambini che sfrecciano liberi con la loro bicicletta, balconi variopinti grazie ai colori dei fiori, pescatori che issano il pesce fresco appena pescato dalle loro imbarcazioni tipiche.
passeggiando per Burano cosa vedere
Ora che siete qui lasciatevi avvolgere dall’atmosfera incantata dell’isola. A Burano cosa vedere ? Passeggiando per le deliziose calli e callette di Burano i vostri sensi saranno inebriati da sfumature di blu, rosa, rossi, arancioni, viola.
Qui i colori sono un vero stile di vita, e con cadenza quasi annuale gli abitanti ridipingono le facciate da cima a fondo, infissi compresi; li vedrete ammirare orgogliosi il risultato, con le mani sporche di vernice e le alte scale usate per raggiungere i coppi, ossia i tetti. Sono loro la parte migliore di Burano, i Buranelli (Buranella al femminile e Buranello al maschile) che rispondono ai nomi di Maria, Tina, Bepi, Arturo (…) e che da secoli si prendono cura dell’aspetto estetico dell’isola e non solo.
Quanti abitanti ha Burano… quasi 2750, pochi ma tanti se comparati ai 9 (nove) di Torcello. Oggi ogni famiglia ha l’onore di scegliere il colore della propria abitazione, ma in passato non lo si poteva fare, giacché una volta i colori erano decisi dal Comune e non potevano essere mai cambiati.
Per fortuna oggi questo vincolo è meno rigido, e si può esprimere la propria personalità con uno, due, o mille colori. Come nei casi della Casa Bepi Burano in via del Gotolo, la casa di Gianfranco Rosso nei pressi del parco della Fondamenta, o la “Lego House” dietro alla chiesa. In questi casi i proprietari, forse indecisi sul colore da scegliere, li hanno mescolati tutti, rendendo le proprie abitazioni dei veri arcobaleni.
Casa di Bepi Burano
Ma veniamo alla casa più colorata di Burano che si trova proprio dietro alla piazza di Burano. Questa è raggiungibile attraverso una caletta molto stretta, che sfocia in un piccolo campiello. Si chiama Casa di Bepi di Burano meglio conosciuto come Bepi Suà o “Bepi delle Caramelle”. Bepi Suà (sudato) per l’abitudine di starsene sempre a dipingere sotto il sole con le canottiere sudate fradice.
Una casa decorata con forme geometriche di qualsiasi tipo come cerchi, quadrati, triangoli, tinti di giallo, arancio, rosso, blu e di tutti i colori dell’arcobaleno. Bepi, il cui vero nome è Giuseppe Toselli, oltre ad essere un amante della pittura era appassionato di cinema.
Passione nata con il suo lavoro al Cinema Favin, dove era stato impiegato come uomo delle pulizie e manutentore. Quando il cinema chiuse, si mise a vendere caramelle nella Piazza Galuppi di Burano: di qui l’appellativo di Bepi delle Caramelle.
La Casa di Bepi è senza dubbio la casa più famosa di Burano, e tutti i turisti non lasciano l’isola senza uno scatto o un selfie. Purtroppo il “vecchio” Bepi oggi non c’è più, ma i suoi colori continuano a vivere nell‘isola più colorata di Venezia.
Gli ex bambini di Burano lo ricordano come quel vecchio signore che ogni giorno dipingeva sul muro della casa una forma geografica colorata nuova. La casa come la si vede oggi è frutto dei suoi ultimi lavori datati 1985. La casa è di 40 mq distribuita su tre livelli, come potete vedere dalle foto la Bepi’s House.
Burano case colorate alcune immagini
Il campanile storto
Una delle cose caratteristiche che potrete vedere a burano e il campanile inclinato dell’isola. A differenza della torre di Pisa, il campanile di Burano fu inizialmente costruito nel 17° secolo perfettamente dritto, ma fu rialzato da 54 m. a 64 m. nel 1774, per far fronte al nuovo gusto delle proporzioni dell’architetto del tempo, che avendo ingrandito la chiesa attigua dedicata a San Martino Vescovo di Tours, volle allungare anche il campanile.
Forse non calcolando bene la spinta che il nuovo peso della torre avrebbe convogliato sulle antiche fondamenta di tronchi e fango, l’architetto vide presto il campanile inclinarsi verso sud, dapprima con velocità quasi impercettibile, e poi accelerando di colpo una notte di 50 anni fa; il movimento aveva persino fatto suonare una campana.
L’isola si allarmò non poco, ma pronti interventi di bonifica riuscirono ad arrestare la pendenza del campanile, che tutt’oggi pende di circa 1,85 m. sul baricentro. Tutto il resto è storia, e ora Burano si vanta anche di questa bellezza che si aggiunge alla lista delle cose che rendono questo luogo veramente speciale.
Museo del merletto
Un’altra cosa interessante da vedere è il Museo del Merletto (ore 10.00/16.30 – lunedì chiuso), dove al primo piano troverete ogni mattina un gruppetto di merlettaie sedute alla propria seggiolina di legno chiaro che le vide da bambine come allieve della Scuola Merletti; oppure spostandovi in uno dei negozi di Via Galuppi, dove generazioni di commercianti hanno raccolto collezioni d’inestimabile valore.
Quest’arte fu praticata a Burano sin dal 1500, dalle donne che aspettando il ritorno dei mariti dalla pesca ingannavano il tempo tra una faccenda e l’altra, tra un bambino e l’altro, dilettandosi nel ricamo. Il merletto in realtà è una tecnica diversa dal ricamo, poiché non viene eseguito passando l’ago attraverso la stoffa, ma rimanendo sempre in superficie, in aria per l’appunto.
L’esecuzione è un tripudio di punti con nomi curiosi che vanno dal ghipur al sacola ciaro, dal greco redin al punto Venezia, tante piccole barrette di filo che come i ponti di Venezia legano tutto il lavoro, che verrà poi staccato dal supporto da mani esperte e venduto come un’autentica opera d’arte. Perché è questo che è il merletto di Burano… Burano Venice così chiamata dai turisti.
Ricordo che il Museo dei Merletti fa parte della serie di undici musei facenti parte dei Musei Civici Veneziani, ai quali è possibile accedere con un unico biglietto. Per informazioni su questi musei di Venezia consultate qui.
Bussolai
Per concludere voglio citare una caratteristica di burano, i “Bussolai“. I Bussolai buranelli sono conosciutissimi comunque ed è un dolcetto tipico della bellissima isola della Laguna Veneta: Burano. La storia di questi dolcetti risale a molto, molto tempo fa e si usava fare soprattutto per il giorno di Pasqua. Adesso viene prodotto in ogni momento dell’anno ed è buonissimo.
Le versioni del bussolà sono tante gli ingredienti sono sempre gli stessi variano invece le quantità di burro o quelle dello zucchero oppure la quantità delle uova.
Quelli che si vedono in commercio sono di un bel colore giallo.
Quindi oltre a cosa vedere a Burano, ricordatevi cosa mangiare a Burano…i bussolai di Burano.
Storia e leggende del merletto di Burano
Il merletto di Burano diede il via ad un’attività prevalentemente domestica guidata da nobildonne, che diedero vita a veri e propri laboratori di ricamo.
I primi merletti di Burano risalgano al 1500. Epoca in cui la lavorazione del merletto si svolgeva solo ed esclusivamente in case signorili, utilizzando ago e filo senza il supporto di una tela. Veniva realizzato il “punto in aria” e con esso venivano eseguiti disegni geometrici, fiori, animali, volute e racemi.
Nel ‘600 si cominciò a ricamare utilizzando il “punto a rosette“. Questo ricamo era lavorato con piccoli fiori volanti. Il “punto controtagliato” invece, era utilizzato per le ampie volute a rilievo nelle cordature di contorno.
Questi ricami si diffusero ben presto in Europa. Le merlettaie di Burano vennero chiamate perfino in Francia, per avviare un’importante creazione di pizzi.
L’insidia francese
La Francia diventò una terribile concorrente per le merlettaie dell’isola. Tuttavia non riuscì mai a competere con loro perché i ricami francesi non avevano la finezza e l’eleganza delle opere buranelle. La lavorazione del merletto, per la maggior parte dei casi, si svolgeva all’interno della Scuola Merletti.
Purtroppo, con la caduta della Repubblica Serenissima, l’attività subì un forte declino.
Alla fine dell’Ottocento, grazie alla propaganda della signora Cencia Scarpariola, nota merlettaia di Burano, cominciò la nuova era del merletto. Si introdussero nuovi punti in modo tale da trasformare i ricami in vere e proprie opere d’arte.
La realizzazione del merletto
Per la realizzazione di un merletto si dovevano eseguire più di cinque interventi che solitamente venivano e vengono tutt’oggi fatti da persone diverse. Ognuna delle merlettaie era specializzata nell’operazione da lei eseguibile più velocemente, in modo tale da essere la più redditizia. La maggior parte delle merlettaie lavoravano a cottimo.
C’erano signore addette alla preparazione dei disegni. Altre facevano l’orlatura, cioè l’impuntatura a macchina sui vari strati di stoffa e carta. Essa fungeva da trama sulla quale la prima merlettaia, dopo che la stoffa era stata attaccata al tombolo, eseguiva il ghipur o punto Burano su tutto il disegno.
Le merlettaie successive eseguivano invece gli sbarri ed il punto rete. Infine veniva eseguito il rilievo che metteva in risalto il disegno con le varie rifiniture. Come ultima operazione bisognava staccare il merletto dalla carta tagliando tutte le cuciture fatte a macchina. Con una pinzetta venivano tolti accuratamente tutti i fili superflui.
La leggenda della sirena
Una romantica leggenda sul merletto di Burano narra che un tempo lontano a Burano abitasse un pescatore di nome Nicolò. Bello e affascinante, tanto da essere lo scapolo più ambito dell’isola. Tutte le ragazze lo volevano ma lui aveva occhi solo per Maria, la donna che amava follemente.
Pochi giorni prima delle nozze Nicolò si trovava in mare a pescare quando cominciò a sentire un canto dolcissimo. Di lì a poco la sua barchetta era circondata da un gruppo di donne bellissime: le affascinanti Sirene.
Il buranello, come novello Ulisse, non si fece incantare e pensò a quanto grande era l’amore suo per Maria nessuna donna gli aveva fatto battere il cuore come lei. Resistette al richiamo suadente per amore della sua bella.
La Regina delle Sirene, ammirata dalla prova di fedeltà del pescatore colpì con la coda il fianco della barca sollevando una massa candida di schiuma. Questa formò un magnifico velo da sposa fatto come un merletto finemente ricamato.
Nicolò donò l’oggetto alla sua sposa il giorno delle nozze e Maria, brillava di gioia e amore con al capo il suo splendido merletto. Il giorno delle nozze fu l’ammirazione per quel tessuto fu tanta tra le donne del paese. Donne che con l’ago e un filo sottilissimo impararono a confezionare un tessuto che fosse all’altezza del dono fiabesco.
Leggende sulle case colorate di Burano
La credenza più accreditata sui diversi colori delle case di Burano sembra essere legata al fatto che i pescatori decisero di dipingere la facciata della propria abitazione con un colore identificativo in modo da potervi far ritorno senza problemi anche con la nebbia più fitta.
Un’altra credenza vuole che i vari colori delle case identificassero le diverse famiglie dell’isola. Queste seppur non essendo in grande numero, avevano in molti gli stessi cognomi. Quindi tra di loro si chiamavano con soprannomi o con il colore della propria abitazione.
Burano come arrivare
Burano è un’isola della Laguna di Venezia Settentrionale, 11 Km a nord-est di Murano e Venezia, alle quali è collegata tramite il percorso navigabile canale Bisatto – canale Carbonera – scomenzera San Giacomo: il tragitto con il battello di linea dura circa 45 minuti.
E’ facilmente raggiungibile anche da Treporti (10 minuti) e Punta Sabbioni (30 minuti), località del comune del Cavallino-Treporti che si affacciano sulla laguna.
La popolazione di Burano è di circa 3000 abitanti: in totale le isole di Venezia contano invece circa 60.000 abitanti.
Il campanile di Burano e la coloratissima casa di Bepi.