Carretto Siciliano
Palazzo d’Aumale Terrasini
Questo antico e bel palazzo fu costruito nel 1835 dal Duca e Principe Don Vincenzo Grifeo, con l’intenzione di farne magazzini per lo stoccaggio del vino. La costruzione venne eretta con le caratteristiche delle strutture agricolo commerciali del periodo borbonico.
Nel 1985 il comune di Terrasini lo acquista, e dopo i lavori di restauro effettuati dalla Regione Sicilia, viene riconsegnato al comune in comodato d’uso. Da lì l’utilizzo dello stesso in museo.
Il Palazzo d’Aumale Terrasini una volta trasformato in museo, si suddivide in quattro sezioni espositive tecnico-scientifiche. Storia del Palazzo, la sezione Archeologica, la sezione etno-antropologica, e la parte naturalistica.
Museo Regionale di Terrasini
La definizione giusta e completa di questo bel museo è: Museo Regionale di Storia Naturale e mostra permanente del carretto siciliano, ed è situato vicino alla spiaggia Praiola di Terrasini. Inizialmente la sua denominazione era Museo del carretto e naturalistico di Terrasini, e dal 2001 è ubicato al Palazzo d’Aumale.
Come si entra in questo grande palazzo, ad accoglierci vi è un grande cortile molto scenografico. Il suo percorso di visita si divide in quattro sezioni.
Storia del palazzo
La prima sezione introduttiva, a carattere storico, narra le vicissitudini del palazzo e alla sua funzione vitivinicola. Il collegamento con la tenuta dello Zucco offre una ricostruzione storica dei procedimenti lavorativi, produttivi e commerciali legati alla storia del palazzo.
Sezione archeologica
Racchiude i reperti recuperati nei fondali marini limitrofi, da due relitti di navi romane a poca distanza dal porto. La ricostruzione della sezione di una nave greca contenente le anfore mostra il tradizionale sistema costruttivo e di stivaggio.
La sezione continua con l’esposizione di ancore in piombo e litiche e di anfore di differenti tipologie.
Sezione Naturalistica
L’area espositiva dedicata alla sezione naturalistica raccoglie collezioni geologiche e mineralogiche, paleontologiche, malacologiche (conchiglie), entomologiche (insetti), ornitologiche (uccelli, quasi 10.000 esemplari) e dei mammiferi, che rappresentano un elemento connotante dell’isola e che si intrecciano con le collezioni provenienti da altri Paesi.
Sezione etno-antropologica
Questa sezione riguarda la storia più recente di Terrasini e trae spunto dalla comunità dei pescatori che sono stati i primi concessionari del sito che ora ospita Palazzo d’Aumale.
Vengono esposti modelli in scala di barche, attraverso le quali è possibile studiare i rapporti tra le marinerie, i sistemi di pesca tradizionali.
Oltre ai modelli di barche, la sezione continua con quella che è l’anima di questo museo: la mostra permanente del carretto siciliano, con circa 70 esemplari – provenienti da diverse aree della Sicilia. Andiamo ad esaminarlo bene.
Museo del Carretto Siciliano Terrasini
Il Carretto Siciliano è un vero è proprio simbolo della storia e delle tradizioni siciliane. In questo simbolo della cultura siciliana di un tempo, le sponde nell’ottocento rappresentavano un vero e proprio libro.
Nato come mezzo per il trasporto di legna e prodotti agricoli: sacchi di grano, legumi, agrumi, mandorle, botti di vino, e altro, il carretto si è poi trasformato in un veicolo di trasmissione culturale.
Sulle sue diverse parti, infatti, tramite la scultura e la pittura, venivano rappresentati momenti della storia dell’isola. Momenti epici, religiosi, popolari, dando vita a preziose costruzioni, delle vere opere d’arte itineranti.
Come vedete in queste due foto, il “carretto siciliano” è un vero gioiello d’arte
I carretti hanno dimensioni piuttosto ridotte, con le varie parti codificate in modo preciso per forma, struttura e decorazione. Questo lavoro richiedeva la presenza di un gran numero di artigiani, ognuno con specifiche conoscenze. La realizzazione del carretto prevedeva una complessa organizzazione del lavoro.
Era il prodotto di diversi mestieri: l’intagliatore realizzava tutte le parti in legno (usando vari tipi di legno, come il legno di noce o di faggio). Il fabbro si occupava degli elementi in ferro battuto. Il “carradore” assemblava le varie parti e un pittore decorava tutte le superfici su cui è possibile dipingere.
Ovviamente le parti del carretto dove si poteva dipingere di più, erano le sponde e il cassone. Qui potevano essere rappresentate vere e proprie storie nella loro pienezza.
Ma non veniva tralasciato nulla, come le ruote, i finimenti…tutto ciò che era possibile, veniva utilizzato.
Lo stile e le rappresentazioni
La pittura dei carretti aveva poi un suo stile ben preciso. Nelle rappresentazioni tutti i personaggi della scena erano posti in primo piano, attraverso una prospettiva elementare, stilizzata, semplice, con figure bidimensionali. I colori erano molto accesi, senza ombreggiature, né sfumature. Concetto importantissimo era la cura nei dettagli da parte di decoratori, intagliatori, un vero spettacolo di creatività e tecnica minuziosa.
La conoscenza e l’arte di questi artigiani non è stata persa, anche se molto meno diffusa. Essa è stata gelosamente custodita e tramandata nel tempo, da padre in figlio. Chiaramente ad oggi il numero di questi artigiani è molto ridotto in tutta la Sicilia, ma qualcuno sopravvive.
Chi mi segue, sa che ho già parlato, e scritto nel mio libro Sicilia da Raccontare di una coppia di maestri d’arte del carretto di Ragusa Ibla, Damiano e Biagio. Questi maestri del carretto siciliano lavorano nella bottega d’arte Cinabro Carrettieri, conosceteli qui.
Il carretto da mezzo di trasporto a libro aperto
Il carretto era un mezzo di trasporto nella vita quotidiana dei commercianti, ma contemporaneamente univa funzionalità alla trasmissione di storie e racconti. Un vero e proprio di libro illustrato ambulante. Libro raffigurante episodi storici, letterari, religiosi o cavallereschi.
Più il carretto era bello ed elegante, maggiore era l’importanza a la ricchezza del proprietario che lo possedeva. Un segno anche di distinzione tra i vari commercianti dell’epoca.
L’usanza di dipingere il carro, aveva inoltre altri motivi, come per proteggere e preservare più a lungo il legno di cui il carretto ne era realizzato.
Aveva poi anche una funzione scaramantica, in quanto le scene raffigurate (spesso religiose) venivano considerate di buon auspicio, dotate d’un potere protettivo, capaci di allontanare la malasorte e gli eventi negativi.
Differenza di forma e colori da zona a zona della Sicilia
A seconda delle diverse zone della Sicilia il carretto si differenziava per forme e colori. Nella zona di Palermo i carretti hanno forma di trapezio, con sfondo giallo e decorazioni prevalentemente geometriche. A Catania il carretto ha invece forma rettangolare con sfondo rosso e le decorazioni sono particolarmente curate e dettagliate.
Con il trascorrere del tempo il carretto siciliano ha perso lo scopo originario del trasporto delle merci, ed è diventato un elemento di folklore. E’ divenuto documentazione di un insieme di usi e tradizioni ormai in via d’estinzione.
Oggi è più che altro un oggetto d’artigianato e uno dei simboli della cultura popolare dell’isola. Attualmente i carretti vengono utilizzati prevalentemente per feste popolari, eventi o ricorrenze.
Il Rinascimento del Carretto Siciliano
“L’arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità”. Voglio aprire con questa frase di Ugo Foscolo, che ben si addice a quel che andremo ad analizzare ora.
Da sempre il mondo, e soprattutto l’arte, ha conosciuto momenti di modifiche, sviluppo, cambiamenti, che hanno portato a nuove e diverse forme d’arte. E in questo anche il carretto siciliano non si esime nel seguire quella che è la storia dell’arte.
Ecco perché possiamo parlare, e definirlo il “Rinascimento del Carretto Siciliano”.
Nina Giambona l’antropologa con l’amore per il carretto Siciliano
All’interno del Museo del Carretto Siciliano di Terrasini troviamo un’esposizione dedicata al Rinascimento del Carretto Siciliano realizzata da Nina Giambona. Nina è un’antropologa palermitana che in questi ultimi dieci anni ha dedicato anima e corpo alla ricerca della tradizione siciliana, facendo uno studio approfondito sul carretto siciliano. Fin da bambina è stata attratta da questo singolare oggetto, accompagnandola nella sua passione.
Adesso, alla passione e allo studio per la tradizione ha aggiunto un ultimo step, quello di creare opere pittoriche dedicate al carretto siciliano. Queste opere sono state successivamente trasportate sul carretto stesso, dando vita al primo carretto rinascimentale.
Nina Giambona infatti ha realizzato da sola un carretto innovativo, usando nuove tecniche, forme, colori. Una vera ventata di novità su di un simbolo secolare della cultura e tradizione siciliana.
Nella foto Nina Giambona con il suo Carretto Rinascimentale
Nuove disegni, colori, per coinvolgere grandi e piccini
I colori scelti per le sue tele, e il suo carretto sono il bianco e l’oro. Colori per niente comuni nella realizzazione dei vecchi carretti. Oro inteso come tesoro, come fonte di luce e come elemento che oggi più che mai, vuole supportare anche cromaticamente le nostre vite.
Nelle sue opere vuole accomunare tre generazioni. Dagli anziani con la tradizione, fino ai bambini, che cerca di incuriosire nelle sue opere grazie ai personaggi della Walt Disney.
Il carretto realizzato da lei, come vedete, e tutto bianco, con dipinti dorati, il tutto realizzato su di un vecchio carretto in legno donatogli. Il lavoro e la passione è stata tanta, come potete notare anche dai numerosi dipinti appesi sulla parete, ma la passione e il lavoro, la stanno ripagando. Infatti la sua ventata di novità è piaciuta moltissimo, anche oltreoceano. La sua intera collezione e le sue opere saranno esposte al Museo d’Arte Italiana a Los Angeles.
Nella chiacchierata fatta con Nina, mi ha assicurato che realizzerà nuovi carretti, dando seguito a quella che è la sua passione, il suo amore.
L’area espositiva di Nina Giambona all’interno del Museo del Carretto Siciliano Terrasini
Il nuovo e le tradizioni
Questa ventata di innovazione nell’arte del carretto siciliano, ha portato entusiasmo e giudizi positivi, ma non ha mancato di creare invidie. Infatti chi realizza i carretti con stile e tradizione tramandata da secoli, non vede di buon occhio questa visione futuristica del carretto. Ciò porta inevitabilmente a invidie e giudizi privi di un fondamento rivolto ad un’arte alternativa, futuristica. L’uomo e l’arte hanno sempre avuto bisogno di novità, e sempre ne avranno bisogno.
Le novità vogliono dire “crescita”, senza crescita non vi è neppure mantenimento del valore storico. Per questo io credo, anzi ne sono sicuro, che la bellezza del nuovo di Nina, potrà convivere con le meraviglie storiche del passato.
Dove si trova il Museo d’Aumale e come arrivarci
Il museo si trova a Terrasini (PA), nel Lungomare Peppino Impastato. Vi ci si arriva tramite la strada statale 113, o con l’autostrada A29 uscita Terrasini.
Per chi scegliesse i mezzi pubblici, gli autobus partono dal capolinea di Piazzetta Cairoli (Stazione Centrale di Palermo). Con il treno dovrete scendere alla stazione ferroviaria di di Cinisi-Terrasini.
Chiaramente per visitare la Sicilia consiglio vivamente il noleggio di un’auto, direttamente all’aeroporto di Palermo o Catania. La mia preferenza va sulla compagnia di noleggio italiana “Noleggiare” che offre prezzi vantaggiosi, e qualità/affidabilità su ottimi livelli. Qui troverete il sito di riferimento per noleggiare.
Terrasini e il suo mare
Voglio aggiungere questa piccola postilla, per coloro che fossero ancora incerti sulla visita di questo bel museo. Terrasini è una bella borgata di mare, dove potrete alloggiare e godere del suo splendido mare, e vita notturna
Per chi volesse andare in giornata, vi aggiungo una foto della splendida spiaggia che si trova proprio di fianco al Museo d’Aumale. Come dire…conciliate arte, tradizione, e….buon mare.
La bella spiaggia che si trova sotto il Museo di Terrasini, che potete vedere in alto a sinistra
Vi ricordo che potrete acquistare il mio libro in OFFERTA cliccando qui, e godere di storie così, sulla bellissima Sicilia…madre terra.