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Corte Morosina

Questa piccola corte veneziana è situata nei pressi di Campo San Bartolomeo, vicino al Ponte di Rialto. Proseguendo in direzione Strada Nuova, e imboccando la Salizada San Giovanni Crisostomo, all’altezza della Chiesa omonima, girate a destra e poi subito a destra. Seguite la calle, fino in fondo, e arriverete a Corte Morosina.

Bene vi ho detto come arrivarci, ma vedrete che non sarà così semplice trovarla, e ciò mi fa piace. No perché non dobbiate trovarla, ma perché essere ben nascosta la preserva dalla folta presenza di turisti. Ciò che fino a d’ora ha permesso di rendere intatto il suo fascino, e presumo, e spero, possa farlo anche per i prossimi secoli.

Corti Veneziane

Corte Morosina fa parte di quella serie di innumerevoli corti che popolano Venezia. Ma questa corte ha una particolarità unica, che la rende speciale: la pace e il silenzio che vi regna. Qualche ben informato penserà “bella forza, sai quanti posti poco affollati di turisti, se non deserti, conosco a Venezia”.

E ha ragione, ma qui ci troviamo nel cuore del centro storico Venezia, a pochi passi da Rialto. A pochi metri dalla trafficata via di passaggio dove passano orde di turisti in cerca dei luoghi conosciuti si Venezia. E ho detto luoghi conosciuti, perché questo è uno dei luoghi insoliti e sconosciuti di Venezia più belli.

Diciamo che la corte è una piccola piazza quasi sempre senza sbocco, interna a un complesso abitativo e distaccata dalla viabilità principale. Vi si accede normalmente tramite un sotopòrtego o una calletta. Come il campiello, anche la corte è sempre stata tradizionalmente, fino a tempi molto recenti, il centro di una microscopica vita sociale.

Infatti non era infrequente che le donne di casa, durante la bella stagione, si sedessero in corte, a lato della propria porta di casa. Qui svolgevano tutta una serie di attività casalinghe, tipo la pulizia della verdura o del pesce, il cucito e il ricamo o la produzione di collane di perline (attività chiamata in dialetto impirapérle). Tra un lavoro e l’altro conversavano e si scambiavano pettegolezzi e commenti.

Questa è la giusta definizione di corte veneziana, ma vediamo ora nello specifico questa corte, e una curiosa leggenda che la vede protagonista.

"corte con pozzo pavimento in cotto"

Corte Morosina sinonimo di tranquillità e silenzio

Oltre la bellezza e l’antichità degli edifici che circondano questa piccola corte, come detto la sua eccezionalità è rappresentata dalla tranquillità e il silenzio. Come si arriva si resta sbalorditi come l’insistente vociare della gente, che pochi metri prima affollava la via, sparisca…assoluto silenzio.

Già proprio così, il silenzio assoluto, tanto da poter udire i cocai (gabbiani comuni in dialetto) mentre volano in cielo. Vi assicuro che sentire lo strillare dei gabbiani mentre si cammina nelle calli o nei campi della città non è facile. A meno che il gabbiano non sia a pochi passi da voi.

Qui invece la quiete è di una bellezza surreale, e il colore acceso degli edifici illuminati dal sole fa il resto. Due piccole scalinate, di cui una protetta da una fresca e refrigerante ombra, completano la corte, in cui fa da padrona un’antica vera da pozzo.

Vi ho nominato queste due scalinate perché in quella protetta dal sole, vi ci potrete sedere per contemplare questa meraviglia veneziana, e assaporare l’atmosfera della Venezia di un tempo passato. Io mi ci sono seduto al fresco per quasi un’ora, e invito voi a provarlo. Chiaramente rispettando la pace e la tranquillità di questo paradiso veneziano d’altri tempi.

Quindi evitate di bivaccare, urlare, starnazzare peggio dei gabbiani, ma godete della bellezza del luogo che vi sta “ospitando”. Se non averte intenzione di far questo, beh vi consiglio di starvi nella vicina Rialto, dove potrete chiacchierare e sorseggiare la vostra birra a piacimento.

La leggenda di Corte Morosina

Prima di entrare nella corte si trova un portale, un arco con un suggestivo rilievo che rimanda ai tempi delle crociate, tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo. In esso è raffigurato uno scudo e un elmo templare, da cui prende vita la leggenda. È proprio in questi spazi suggestivi che è ambientata la leggenda curiosa che racconto.

Un giovane dell’ordine dei templari passava per Venezia, di ritorno dalla Terra Santa, recando nell’elsa della sua spada una preziosa reliquia, un frammento della Sacra Croce. Nella città lagunare conobbe un Morosini e la sorella, che decisero di ospitarlo nel palazzo di famiglia. Qui il santo cavaliere s’innamorò della bella fanciulla dimenticando l’importanza della sua missione.

E fu qui che l’inganno si svelò: i due non erano fratello e sorella ma amanti, e approfittando della distrazione del cavaliere lo derubarono della preziosa reliquia e fuggirono. Disperato, il templare per tante notti vagò per quella corte e per la città, alla ricerca di chi l’aveva tradito. Se ne potevano udire le imprecazioni e i lamenti. Finché, un mattino, proprio all’ingresso di quella corte sventurata, vennero trovati la sua armatura e il suo elmo. Di lui, nessuno seppe più nulla.

Questa è solo una leggenda, come molte altre leggende di Venezia, ma chissà se quell’effige all’ingresso della corte Morosina….

Luoghi insoliti di Venezia

Ricordate che questo luogo fa parte di una serie di luoghi insoliti di Venezia che racconto e descrivo nel mio libro “La Venezia che non conosci” edito da Amazon Libri. Luoghi e leggende  descrivono la vera Venezia, che va vissuta e rispettata.

"libro la venezia che non conosci"

Ve lo ricordo, attraversato il portavi ritroverete in una corte dall’aria medievale, con pavimento in cotto, due scale esterne, architetture orientaleggianti e pareti ormai leggermente incurvate dallo scorrere del tempo. Con i suoi toni di rosso esaltati dal sole. Sull’atrio del palazzo, nella parte bassa di una colonna reca la scritta: MARINUS MAUROCENUS / AUCTOR 1369 / VINCENTIUS DESCENDES / RESTAURATOR 1715.

Ciò prova la data di nascita di questa corte, il 1369, e il restauro della stessa in data 1715.

Questo palazzo è uno dei molti posseduti dalla nobile famiglia Morosini. Importante casata veneziana che solo qualche secolo più tardi avrebbe dato i natali a uno dei più grandi dogi della storia della Serenissima, Francesco Morosini detto “il Peloponnesiaco”.

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