Cison di Valmarino – La Via dell’Acqua
LA VIA DELL’ACQUA
La “Via dell’acqua” è un meraviglioso percorso naturalistico, che si snoda per 2,5 km nell’interno del sottobosco, seguendo la via del torrente Rujo che scende a fondovalle arrivando al borgo di “Cison di Valmarino” inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Cison di Valmarino è una meravigliosa località incastonata nella Marca Trevigiana che negli ultimi anni è diventato meta perfetta per gli appassionati di trekking, natura e cultura. Deriva da un’antica fortificazione del dodicesimo secolo, di cui ancor oggi sono visibili molte testimonianze.
Tra fitta vegetazione e vecchi mulini
Lungo questo percorso, per la maggior parte all’ombra della sua fitta vegetazione, potrete vedere un vecchio mulino ad acqua, lavatoi, fontane e altre opere idrauliche, attraversare numerosi piccoli ponticelli immersi in un verde quasi “fiabesco”, che si intrinsecano di tanto in tanto con il torrente Rujo, per seguirne il percorso, che finisce al ‘Bosco delle Penne Mozze’.
Il mulino che “apre” il percorso della “Via dell’acqua” a Cison di Valmarino
“Immagini del sottobosco, con i suoi ponticelli, a creare un’atmosfera surreale”
Bosco delle penne mozze
Inaugurato l’8 ottobre 1972, il Bosco delle “Penne Mozze” è situato in una posizione panoramica delle prealpi trevigiane a Cison di Valmarino. Lo si raggiunge facilmente in auto, superato l’abitato del paese, o appunto seguendo la “Via dell’Acqua” lungo il torrente Rujo.
Si tratta di un memoriale immerso nella natura, che si estende su un’area di oltre 16.000 mq di bosco, creato per ricordare con un pianta ed una stele tutti i caduti alpini nati in provincia di Treviso.
Questo progetto è stato realizzato grazie alla determinazione, e volontà del Gruppo Alpini di Cison di Valmarino ed a quelli che insieme hanno investito tempo ed energie a costruirlo.
Sul terreno, acquistato nel 1972 e più volte ampliato, sono state messe a dimora le piante, tracciati i sentieri dedicati alle Medaglie d’Oro Alpine Trevigiane, e soprattutto realizzate, ad opera del maestro Simon Benetton oltre 2000 stele in ricordo dei caduti. Ogni stela riporta nome e data di nascita del singolo eroico alpino caduto in guerra.
Pace e tranquillità
Ancor oggi percorrere questi sentieri, nella penombra del bosco e accompagnati dal rumore del vicino ruscello, trasmette al visitatore delle emozioni difficilmente descrivibili.
Le stele posizionate tra gli alberi ben rendono l’immagine del sacrificio umano dei nostri soldati ed allo stesso tempo l’orgoglio ed il senso della Patria di chi, con amore e dedizione, ha voluto mantenere vivo il ricordo di quel sacrificio.
All’inizio del percorso, nel Piazzale d’ingresso campeggiano gli scudetti delle sei Divisioni Alpine; a destra delle tre penne mozze, simbolo del memoriale, ci sono i “piedi “ del monumento alpino di Brunico fatto saltare con atto dinamitardo dai secessionisti altoatesini. Nell’area si trova anche un altare simbolico, con un calice liturgico, di fronte ad una bellissima campana votiva in ottone. Lungo il percorso si trovano inoltre la “Madonna delle Penne Mozze” e numerosi monumenti e cippi dono di altre Associazioni d’Arme, a dimostrazione della loro solidarietà al Corpo Alpino.
Dopo il percorso della “Via dell’acqua” si accede al bosco salendo una scalinata ripida, dove all’apice troviamo appunto la Madonnina delle Penne Mozze, che sovrasta la vallata sottostante, in una visuale panoramica veramente molto suggestiva.
CISON DI VALMARINO
Cison di Valmarino, si trova a 260 metri di altitudine e ha poco più di 2500 abitanti, si rivela il luogo perfetto per trascorrere qualche giorno all’insegna della natura e del benessere. Dal punto di vista storico, alcuni ritrovamenti testimoniano la presenza degli uomini già durante l’Età del Bronzo e dell’Epoca Romana.
Il borgo di “Cison di Valmarino”
Cuore del borgo è l’armonica piazza Roma, su cui si affacciano il palazzo Barbi, villa veneta ora sede del Comune, e la Loggia, costruita a metà Seicento per ospitarvi il tribunale, e oggi teatro.
La Chiesa di Santa Maria Assunta
Ma a spiccare è soprattutto la maestosa chiesa di Santa Maria Assunta, un gioiello settecentesco (fu consacrata nel 1746) dalla doppia facciata: quella dell’ingresso principale, a ovest, è ornata da tre statue ottocentesche di Marco Casagrande raffiguranti Fede, Speranza e Carità; quella a est si affaccia su piazza Roma e presenta al centro la statua del patrono San Giovanni Battista e ai lati, disposte in coppia, Prudenza e Giustizia, Fortezza e Temperanza. L’interno a navata unica custodisce, sulla parete centrale dietro l’altare, l’Assunzione della Vergine di Egidio Dall’Oglio (1753) e un prezioso organo di Gaetano Callido del 1779. Belli sono gli angeli-scultura dell’altare, i dipinti settecenteschi di un allievo del Piazzetta, così come, fuori dalla chiesa, gli altri palazzi veneti che ne impreziosiscono il borgo. Da notare che nel centro storico le imposte delle case sono quasi tutte rosse o marrone: un rosso che qui si chiama «rosso Brandolini».
“La chiesa di Santa Maria Assunta”
“Il torrente Rojo, che dalle montagne scende fin all’interno del borgo di Cison di Valmarino, arrivando alla conclusione di quella che spettacolarmente e denominata la Via dell’acqua”
A sovrastare il borgo di Cison di Valmarino, a poca distanza sorge Castelbrando, il quale deve il suo nome e la sua storia all’antica famiglia forlivese dei Brandolini, che ne ebbe per secoli la signoria, Ad oggi è stato ristrutturato e ospita una struttura ricettiva di alto livello: qui gli appassionati di fotografia potranno scattare foto meravigliose ed è consigliabile non perdere il magnifico albero Cedrus libani con una circonferenza di oltre 5 metri per un’altezza di 22; è classificato nella lista dei circa 22.000 alberi monumentali italiani tutelati dalla guardia forestale e uno dei 16 dislocati in provincia di Treviso.
Cenni economici:
Sin dal XVI secolo i Brandolini intrapresero una politica volta al potenziamento economico del feudo, intrattenendo rapporti commerciali con il Trevigiano, il Bellunese, il Friuli e la stessa Venezia. Negli anni venti del Settecento si tentò di introdurre la produzione di tessuti di qualità che imitassero le tipologie straniere. Più volte, inoltre, si cercò di istituire un mercato stabile nella contea. Ampiamente documentate sono le attività artigianali e industriali, dalla lavorazione di lana e seta alla presenza di vari opifici (mulini, folli, segherie, fucina, fornaci), in gran parte mossi da un complesso sistema di canalizzazione. Il ruolo predominate dei conti nella vita economica e sociale di Cison era ben presente ancora nell’Ottocento, essendo ancora proprietari di gran parte dei terreni e degli opifici. In questo senso, si ricorda il ruolo Luigi Alpago Novello, giovane medico condotto noto per le denunce rivolte contro i Brandolini, accusati di non curarsi della salute dei mezzadri.
Allevamento e agricoltura, fonti di risorse
Nella storia più recente tra le due guerre, il settore primario è rappresentato ancora da un’agricoltura di sussistenza, basata sull’allevamento, la viticoltura e lo sfruttamento dei boschi. Le donne erano in gran parte occupate stagionalmente nelle filande, ma come tutta la zona, tuttavia, molti abitanti furono costretti a trovare lavoro altrove.
“Le case che si trovano lungo il percorso della via dell’acqua, appena fuori del centro del borgo. Da notare i colori accesi dei serramenti, come detto in precedenza, e la struttura in pietra”
“Alcuni dettagli delle splendide e antiche costruzioni del borgo”
Cosa altro aggiungere su questo meraviglioso borgo, e della sua fiabesca “Via dell’acqua” da percorrere tutta d’un fiato fino al “Bosco delle penne mozze”? Null’altro, le foto (di mia realizzazione e proprietà) parlano da sole. Visitatelo, regalatevi una giornata immersi in questa fiaba, di uno dei Borghi più Belli d’Italia: Cison di Valmarino.