Lago di Garda tra borghi e santuari
LAGO DI GARDA
Il lago di Garda come saprete, è il lago più grande d’Italia, e si trova equamente, per la metà (ad est) nel Veneto, e per l’altra metà in Lombardia (ad ovest). Questo non vuole essere un articolo che riguardi tutto il lago di Garda, perché sarebbe impossibile, ci vorrebbe un intero sito web per contenere le informazioni e i consigli su tutte le località del lago. Questo articolo si riferisce solo ad una chiamiamola “proposta di viaggio” della durata di tre giorni, in alcuni luoghi nella parte est del Lago di Garda, quella Veneta, e per la precisione i paesi di Garda e Riva del Garda, oltre che al parco naturale delle cascate di Molina, uno splendido santuario sul Lago di Garda incastonato nella roccia, il Santuario della Madonna della Corona, e l’ermo di San Colombano, altra costruzione unica intrinseca nella montagna.
Tre giorni sul lago di Garda
Partiamo dal bel borgo di Garda, chiaramente in riva al lago. Da qui si possono visitare le cascate di Molina, e il santuario della Madonna della Corona, oltre ad aver a disposizione delle belle spiagge attrezzate, e non, in cui prendere il sole, o immergersi nelle fresche e limpide acque del lago.
Il Borgo di Garda
E’ uno dei posti più pittoreschi del Lago di Garda, situato ai piedi della Rocca di Garda, la collina che sovrasta il paese. Confina a sud con il non meno famoso e caratteristico comune di Bardolino, dove si produce il famoso vino Bardolino.
L’origine di Garda risale probabilmente alla civiltà palafitticola Italica le cui tracce sono presenti nella zona.
Numerosi sono i reperti che attestano una vita nel territorio in epoca romana, come monete, cippi, lapidi, sculture e molti toponimi locali.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, Bardolino subì le varie invasioni e dominazioni Longobarde, Gote, Visigote e Franche.
Il nome “Garda” sembra derivare proprio da “warda”, termine longobardo che significa “guardia” riferito al Castello che già intorno al 1000 sorgeva sulla montagna alle spalle del paese “Garda plana”.
Garda tra medioevo e presente
Durante il periodo medievale Garda e la sua fortezza, ebbe il suo periodo migliore: all’epoca dei Franchi, fu contea autonoma e poi Comune autonomo.
Ma poco a poco, però anche lo splendore del maniero che pareva imprendibile cominciò ad offuscarsi.
Nuove strategie e tecniche militari ebbero il sopravvento sulle vecchie fortificazioni, che vennero rase al suolo.
La fantasia popolare vuole che con le pietre del castello siano state fabbricate le case del vecchio borgo di Garda, anche se non è stato provato.
Garda è un piccolo borgo medievale. Nell’antico centro di Garda c’è da visitare la Pieve di Garda, una delle Pievi più antiche della zona, dedicata a S. Maria, ricostruita dopo il terremoto del 1117, rimodernata e modificata nel 1824. Per il resto la bellezza del borgo è data da tutto il suo “lungomare” che alla sera si riempie di turisti, sui vari locali con tavolini all’aperto, e la sua camminata che costeggia le fresche acque del lago, con i suoi cigni e le sue anatre starnazzanti. Vedere il tramonto dal pontile posto al centro del borgo, non ha prezzo.
Le numerose ville di Garda
Garda è ricca di ville come il Palazzo Carlotti, Villa Albertini, Palazzo Fregoso ed il Palazzo dei Capitani che è un esempio del passato prospero della città e dei suoi legami con la Repubblica di Venezia.
Posto sul lungolago di Garda, l’antico palazzo, in stile gotico-veneziano, è così denominato perché ospitò spesso il Capitano del lago di Garda, il magistrato che rappresentava l’autorità di Venezia sul Lago di Garda con il compito di impedire il contrabbando.
Per godere di un po di sole, e di mare (ricordiamoci che siamo su di un lago, anche se l’impressione di essere al mare e grande), potrete poi dirigervi verso Punta San Vigilio, uno dei luoghi più belli del lago, si trova a circa tre km a nord di Garda. Su questa piccola penisola sono presenti una villa, una chiesetta, una storica locanda, un porticciolo ed il parco la Baia delle Sirene.
Punta San Virgilio tra mare e natura
Punta San Virgilio è sempre stata meta di visitatori illustri, tra i quali Maria Luigia duchessa di Parma, il re di Napoli, l’imperatore Alessandro di Russia, Winston Churchill, Laurence Olivier, Vivien Leigh e il principe Carlo d’Inghilterra.
Il parco, costituito da un grande oliveto ed un prato che finisce in acqua, è aperto ai visitatori dietro il pagamento di un biglietto di ingresso e permette di entrare in contatto con la natura e scoprire zone dove si può nuotare nelle acque cristalline del lago.
Da Garda potrete raggiungere comodamente in cinquanta minuti, il bel parco delle Cascate di Molina.
Parco delle cascate di Molina
L’intero Parco delle Cascate di Molina occupa una superficie di quasi ottantamila metri quadrati e il territorio abbraccia l’ultimo tratto della Valle di Molina, la zona che unisce il Vaio delle Scalucce e la Val Cesara, in piena Valpolicella.
Oltre a vedere le bellissime cascate al parco di Molina si possono fare delle belle passeggiate nella natura ideali per tutti, grandi e bambini. Forse non tutti sanno che la cantante Giorgia ha registrato parte del suo video “Quando una stella muore” proprio all’interno di questo parco.
Una costruzione tipica della Valpolicella è utilizzata come biglietteria e bar. Interessante è la copertura del tetto fatta di lastre di roccia. Per visitare il Parco delle Cascate del Molina si può scegliere tra 3 percorsi di differente lunghezza e difficoltà. Dopo aver acquistato il biglietto di ingresso alle casse del Parco, muniti di mappa, si può decidere quale percorso fare.
I percorsi del parco
Il Percorso Verde è quello più semplice da fare, dura circa trenta minuti, è lungo 1.2 km e porta a visitare la grotta della preistoria.
Lungo l’itinerario verde del parco cascate Molina si incontrano delle zone attrezzate come aree picnic con tavoli e panche a disposizione.
Durante la passeggiata si arriva alla Cascata Spolverona e alla Cascata Nera e Cascata Verde per poi tornare verso il sito archeologico presente nel Parco Molina.
Il Percorso Rosso ha una media difficoltà e tutto l’itinerario dura circa un’ora di cammino per 2.3 km.
Oltre alle cascate che si possono vedere anche nell’itinerario verde, in questo si giunge anche alla Cascata del Doppio Covolo e alla Cascata dell’Orso.
Poi si risale il Pozzo dell’Orso, le cascate del Tombolo e Tombolino, del Marmittone, per poi concludersi al sito archeologico del parco.
L’itinerario Nero è quello un po’ più difficile da fare e richiede circa un paio d’ore di passeggiata per fare in tutto 3.6 km.
Questo percorso raggiunge un punto panoramico davvero unico che dall’alto fa godere di una vista mozzafiato su tutto il parco.
Il percorso rosso la migliore scelta
Io personalmente ho scelto il percorso rosso, che mia ha dato modo oltre che ammirare lo spettacolo naturale, al bellissimo rumore dell’acqua che si infrange sulle rocce o che si nebulizza nelle cascate, anche di sfruttare due “attrazioni” classiche da divertimento presenti nel parco. Una è u’altalena alta 10 metri che permette di dondolasi, e dondolandosi è possibile bagnarsi i piedi nella cascata. L’altra attrazione è una piccola teleferica che permette l’attraversamento del torrente. Tutti i percorsi sono adatti anche ai bambini in quanto non presentano particolari difficoltà o pericoli, e arrivare all’altalena che sfiora l’acqua della cascata è un’esperienza davvero magica, che divertirà i vostri figli…e non solo loro.
I cani sono ammessi ma vanno sempre tenuti al guinzaglio. I cani di taglia grande invece devono avere la museruola.
All’interno del Parco del Molina non si può accedere con passeggini quindi occorre sapere che vanno laschiati all’ingresso del parco.
Riva del Garda
Nella parte nord del lago di Garda, in quello che sembra un fiordo, si incontra la bella e rinomata Riva del Garda. Siamo in Trentino Alto Adige, nella provincia autonoma di Trento, da cui siamo lontani circa 50 chilometri. Un connubio senza eguali tra lo specchio del lago e lo sfondo delle Dolomiti del Brenta.
La “Perla del Garda”
Riva del Garda, considerata la “perla del lago di Garda”, è immersa, infatti, in un paesaggio straordinario: limoni, ulivi, oleandri e palme da un lato, e la montagna dall’altro, a ricordarci le vicine Dolomiti del Trentino. Un panorama mozzafiato dunque e un centro antico che ci offre davvero tante cose da vedere a Riva del Garda.
Un territorio dai forti contrasti
Un luogo racchiuso in un territorio dai forti contrasti, con vegetazione mediterranea che cresce vigorosa ai piedi di pareti rocciose attorno alle quali è incastonato un lago blu cobalto. Il clima è mediterraneo, le lunghe spiagge libere e soleggiate, un panorama incantevole che ha ispirato i più grandi poeti della storia: sono questi gli ingredienti per una vacanza indimenticabile sul Lago di Garda che potrai ripetere tutte le volte che vorrai.
Il meteo a Riva del Garda infatti prevede temperature miti anche in inverno facendo di questa località una meta ideale da visitare in qualunque stagione. Si possono praticare vari sport, vela e windsurf, ma anche trekking, ciclismo, mtb, climbing, tennis e canottaggio.
Riva del Garda fondata dai romani
Riva del Garda, un tempo Ripa, fu fondata durante l’età romana, e successivamente, durante il Medioevo ha attraversato diverse vicende storiche. Contesa da diversi stati, è stata legata prima a Trento e poi a Venezia, per tornare città italiana nel 1918. Riva è stata un importante porto fino a quasi mezzo secolo fa, poiché le montagne da cui è circondata, impedivano, all’epoca, la costruzione di strade.
Il Borgo di Riva del Garda
Il suo centro storico è fitto di viuzze sormontate dall’alta torre Apponale, il simbolo di Riva del Garda. Tutto il lungolago ruota intorno a questo centro, con intorno una disposizione ordinata dei palazzi che a metà dell’Ottocento trasformarono Riva in una ambita meta turistica europea. Ancora oggi nel centro storico di Riva del Garda sono visibili resti delle antiche mura che durante il Medioevo circondavano il borgo. Nella parte più alta di Riva fu costruito un castello, sostituito successivamente da una Rocca con affaccio sulle acque del lago di Garda. Del periodo dei veneziani è invece il Bastione di forma circolare, la Rocchetta, che ancora oggi svetta in posizione predominante rispetto all’abitato di Riva del Garda.
La Rocca di Riva del Garda
A guardare Riva del Garda da una planimetria, spicca sicuramente la bella fortezza medievale: la Rocca di Riva che si adagia su una sorta di isolotto artificiale, bagnato dal lago di Garda. Questa fortezza fu costruita nel 1124 con lo scopo di proteggere la cittadina di Riva da eventuali attacchi al porto, punto nevralgico per gli scambi commerciali. La Rocca negli anni ha subito diverse ristrutturazioni e più volte è stata devastata poiché vittima di scontri tra diverse famiglie. Nel ‘500, quando Riva del Garda fu sotto il dominio asburgico, la Rocca divenne la residenza della corte del principato vescovile. Nell’Ottocento fu trasformata, invece, in una caserma dell’esercito.
Oggi nella Rocca di Riva si trova il Museo dell’Alto Garda. Al suo interno trovano posto sezioni permanenti, spazi per mostre temporanee e spazi per svolgere varie attività di laboratorio. La corte centrale della Rocca, diventa, invece, un palcoscenico perfetto per accogliere spettacoli ed eventi che si tengono durante tutto l’anno nella bella Riva del Garda.
Piazza III Novembre di Riva del Garda
Passeggiando per il centro storico di Riva del Garda, si arriva dritti al suo cuore, nella Piazza III Novembre, il centro civile ed economico di Riva del Garda. Qui è evidente l’influenza austroungarica di un tempo, che si ritroviamo nelle belle facciate dei palazzi. Questa simmetrica piazza ospita nel suo complesso porticato, i Palazzi Pretorio e i Palazzi del Municipio di Riva del Garda. Un tempo sotto questi portici si trovavano banchi per il cambiavalute, oltre che numerose botteghe artigiane di diversa merce proveniente dal lago. Sempre in Piazza III Novembre, si svolgevano, un tempo, le quattro fiere più importanti di Riva del Garda, come scritto negli antichi statuti cittadini. Il resto degli edifici è disposto ordinatamente in una architettura che è tipica del medioevo.
La Torre Apponale
Nella Piazza III Novembre di Riva del Garda, si trova anche la Torre Apponale del 1200. Questa torre che dominava il porto, è chiamata così perché si trova nei pressi dello sbarco di chi proveniva da Ponale, località di fronte. In caso di assedio la torre era un rifugio sicuro grazie al suo ingresso ad 8 metri di altezza e alle sue spesse mura. La torre Apponale è alta 34 metri e da qui, la vista su Riva del Garda, è davvero spettacolare. Basta solo salire 165 scalini.
Tra le cose da vedere a Riva del Garda, da non perdere è la caratteristica zona conosciuta come “quartiere del Marocco”. Si tratta di uno scorcio quasi segreto del centro storico di Riva del Garda, la parte più antica che si incontra vicino alle antiche mura della città.
Questo pittoresco quartiere di Riva del Garda, fu costruito sulle rocce ai piedi della Rocchetta, il Bastione di cui vi abbiamo parlato prima. E si chiama così proprio perché “Marocche”, in dialetto, sta ad indicare i grandi massi dove le abitazioni di questo quartiere furono costruite. Questa zona si caratterizza per le sue viuzze strette e le case popolari dove sono ancora evidenti i segni del passato. Si distinguono infatti, lungo il percorso, i camminamenti di un tempo che oggi si ritrovano in alcuni edifici e i resti di antiche torri inglobate nelle abitazioni.
Il porticciolo di Riva del Garda
Il lungolago di Riva del Garda, oltre all’approdo di numerose imbarcazioni, ospita anche un porto dove trovano riparo numerose barche a vele. Il lago di Garda è praticabile durante tutto l’anno e le attività da fare sono davvero tante. Prima fra tutte è sicuramente la vela e il windsurf, perché dovete sapere che qui il vento soira forte ad ogni stagione. Chi preferisce la bici potrà usare invece la mountain bike, che è un ottimo mezzo per esplorare Riva e il lago di Garda, grazie ai diversi sentieri che vengono proposti. Chi i piedi ama tenerli letteralmente ben piantati a terra, allora la camminata a piedi resta resta un’opzione piacevolissima per godersi lentamente le bellezze di questo posto.
Tra le cose da non perdersi per chi verrà qui tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, segnalo la “Notte di Fiaba”, un evento storico che si ripete ogni anno per salutare l’estate che va via. Un appuntamento fisso per tutti i paesani e le migliaia di visitatori che nengono a Riva del Garda per godersi lo spettacolo, che si ripete da oltre 60 anni.
Ermo di San Colombano un santuario sul Lago di Garda
A una quarantina di minuti da Riva del Garda, si trova l’Ermo di San Colombano, gestito e tenuto aperto al pubblico da un gruppo di volontari del Comitato Amici di San Colombano. Si raggiunge percorrendo a piedi un breve sentiero ed una scalinata di 102 gradini, scavati direttamente nella roccia. Si tratta di un santuario sul Lago di Garda veramente molto suggestivo.
Un antico ermo a strapiombo nella roccia
L’eremo è costruito a mezza altezza su uno strapiombo di circa 120 metri. Protetto dalle intemperie da un tetto naturale di roccia è dedicato al Santo che, secondo la leggenda, in veste di giovane cavaliere uccise il drago che provocava la morte di bambini battezzati nelle acque del sottostante torrente Leno. Più probabilmente la leggenda nacque dall’utilizzo come luogo eremitico dai primi monaci provenienti da Bobbio o dal vicino monastero di San Colombano del Priorato di Bardolino o comunque di regola colombaniana e dalla loro dedicazione al santo irlandese. La regola colombaniana prescriveva nel tempo di quaresima il romitaggio, ossia il completo isolamento del monaco in meditazione in luoghi naturali quasi inaccessibili. L’eremo sembra essere stato abitato sin dal 753. La data di costruzione della chiesetta e dell’annesso romitorio risale al X secolo.
Gli affreschi di San Colombano
Affreschi con la lotta tra San Colombano e un drago (simbolo della lotta tra bene e male) e con la raffigurazione del Paradiso, si trovano nella grotta, mentre un altro con “Madonna e santi” del XV secolo si trova sull’altar maggiore della chiesa e conserva incisioni con invocazioni ed ex voto datate tra il 1505 e il 1782, testimoni del pellegrinaggio al santuario.
Santuario Madonna della Corona
Per ultimo, ma non per questo meno bello, parliamo del santuario sul Lago di Garda dedicato alla Madonna della Corona. Anzi, ho voluto lasciarlo volutamente per ultimo, perché il mio tour di tre giorni in questa parte del lago di Garda, lo ho preparato con lo scopo principale di visitare questo fantastico Santuario incastonato nella parete della montagna. E’ annoverato tra i venti santuari più suggestivi d’Italia, e che siate credenti o meno, vi assicuro che è una meraviglia imperdibile. L’opera dà l’impressione d’essere sospesa in aria. Incastrata nella roccia, sembra quasi un regalo della natura, partorita dalla terra.
Un terrazzo tra sacralità e natura
La parete rocciosa cinge il terrazzo, dal quale è possibile ammirare lo strapiombo, a 775 metri d’altezza, sito sulla valle. Ogni anno migliaia di pellegrini raggiungono il Santuario, così come tantissimi turisti, italiani e stranieri. Per ritrovarsi dinanzi alle sue porte d’ingresso è necessario passare attraverso un cammino specifico, decisamente panoramico. Viene definito Sentiero della Speranza.
“Una delle statue rappresentative che potrete trovare lungo il bellissimo percorso definito Sentiero della speranza. La crocifissione di Cristo”
Una percorso non di certo per tutti però, considerando come inizi con una scalinata, per poi proseguire in un sentiero con dislivello di circa 600 metri. C’è modo però di fermarsi in alcuni luoghi particolarmente panoramici. Il primo di questi è La Croce, ovvero una spaziosa terrazza che garantisce una vista mozzafiato. Questo luogo di culto io lo ritengo il santuario sul Lago di Garda più bello ed emozionale di tutti.
La Grotta della pietà
Si prosegue poi verso il Monte Baldo, affrontando una scala a zig zag, per poi fermarsi magari presso la Grotta della Pietà, una caratteristica capanna. Se si è arrivati fin qui, non mancherà altro che l’ultima parte del Sentiero della Speranza, che richiede l’attraversamento dello splendido ponte del Tiglio, interamente realizzato in pietra. Superato questo, ecco la scalinata d’accesso. Percorrere l’intero cammino porta il turista come il pellegrino a sentire dentro sé d’aver davvero meritato l’accesso al Santuario e alle sue bellezze paesaggistiche. Per i più pigri, o per chi non riesce a percorrere tanta strada a piedi, si può sempre utilizzare l’auto, parcheggiandola in strada a 500 metri di distanza.
La sua storia
Il Santuario Madonna della Corona è luogo di silenzio e di meditazione, sospeso tra cielo e terra, celato nel cuore delle rocce del Baldo. Documenti medievali attestano che già intorno all’anno Mille nell’area del Baldo vivevano degli eremiti legati all’Abbazia di San Zeno in Verona e che almeno dalla seconda metà del 1200 esistevano un monastero ed una cappella dedicata a S. Maria di Montebaldo accessibili attraverso uno stretto e pericoloso sentiero nella roccia. Una pia tradizione collocava la nascita del Santuario della Madonna della Corona nel 1522, anno in cui la scultura qui venerata sarebbe stata miracolosamente traslata per intervento angelico dall’isola di Rodi, invasa dall’armata mussulmana di Solimano II, ma la datazione viene smentita dall’esistenza, nei recessi dell’attuale Santuario, di un dipinto di una Madonna con bambino, di fattura trecentesca, che costituì la prima immagine venerata nell’originaria chiesetta, che da essa prese nome.
I Cavalieri di San Giovanni
Tra il 1434 ed il 1437 S. Maria di Montebaldo, passò in proprietà ai Cavalieri di San Giovanni, o del Santo Sepolcro, presenti a Verona dal 1362 come commenda di San Vitale e Sepolcro, che conservarono la proprietà del Santuario fino allo scioglimento con provvedimento napoleonico nel 1806. A questo periodo sembra risalire il gruppo in pietra della Pietà poi venerata come Madonna della Corona. Alta 70 centimetri, larga 56 e profonda 25, la statua è in pietra locale dipinta. La statua poggia su un piedistallo recante la scritta “HOC OPUS FEClT FIERI LODOVICUS D CASTROBARCO D 1432”, tradizionalmente considerata come prova che la statua venne fatta realizzare e donata alla Corona nel 1432 da Lodovico Castelbarco, proveniente da una nobile famiglia roveretana.
Quattro secoli di trasformazioni
Nei quattro secoli di gestione, la Commenda trasformò radicalmente la Madonna della Corona, facendola diventare un autentico Santuario capiente ed accessibile grazie alla sistemazione del ponte in legno di accesso a valle (1458) e alla costruzione sopra la preesistente di una nuova chiesa, di circa 18 metri per 7 (1490- 1521). Nel corso del Cinquecento vennero realizzate le due scale di accesso tuttora visibili: la più ampia, di 556 gradini, che dalla fonte di Spiazzi, poi denominata “Fonte dell’Indipendenza”, scendeva al ponte del tiglio, e quella più stretta, di 234 gradini, ricavata nella roccia lungo l’originario strettissimo percorso che conduceva dal ponte alla chiesa.
La nuova costruzione
Nel 1625, iniziò la costruzione di una nuova e più ampia chiesa 4 metri sopra la precedente che rimase inglobata sotto il nuovo presbiterio. I lavori si protrassero per alcuni decenni, giungendo al tetto nel 1664 e concludendosi definitivamente nel 1685.
Nel frattempo vennero risistemate le vie d’accesso grazie al contributo del commendatore Tancredi venne costruito in una cavità del monte un ospizio per le necessità di alloggio dei pellegrini sempre più numerosi. L’assetto complessivo dell’intera area del Santuario è documentato in due preziosi inventari, del 1724 e del 1744, ed è perfettamente visibile in una bellissima incisione eseguita nel 1750 da Giovanni Antonio Urbani su incarico del rettore don Giancarlo Balbi.
Nuove opere d’arte
Sul finire del secolo XIX, su progetti dell’arch. Giuseppe Magagnotti di Verona e dell’ing. Emilio Paor di Trento, la chiesa fu ampliata e dotata di una nuova facciata in stile gotico, ornata di marmi; la conclusione dei lavori fu solennizzata il 17 settembre 1899 con la cerimonia d’incoronazione della statua dell’Addolorata.
Negli anni successivi facciata e chiesa furono impreziosite da statue dello scultore Ugo Zannoni, nel 1921-1922 fu rifatto il campanile con guglia svettante e nel 1922, in occasione del quarto centenario della comparsa della statua dell’Addolorata, venne migliorata la strada e aperta, su disegno dell’ing. Federici, la galleria d’accesso al Santuario, agevolando così il percorso ai pellegrini.
Dopo l’ultimo conflitto mondiale, dal 1946 al 1949, il rettore don Sandrini fece eseguire, su progetto dell’arch. Banterle, un ampliamento della chiesa nella parte del presbiterio.
Come si può notare nelle due suggestive foto sopra, del Cristo in Croce, parte delle mura, quindi della costruzione, sono fatte di madre roccia, perché per l’appunto il santuario è stato costruito sfruttando come base la roccia, la quale funge da parete, e parte del soffitto. Un qualcosa di assolutamente straordinario da vedere. Ma ricordate sempre, che siete all’interno di un luogo sacro, e sia all’interno, come all’esterno, è richiesta meditazione e massimo silenzio, come si evince dal cartello nella foto pubblicata poco più in alto.
“Il 17 aprile 1988 Papa Giovanni Paolo II visita il e prega la Madonna della Corona.”
Lago di Garda
Il tour di tre giorni finisce qui, ma i ricordo che il lago di Garda è il luogo ideale per ritagliarsi una vacanza su misura: dagli amanti della natura, agli appassionati di sport, a chi vuole scoprire luoghi ricchi di storia e cultura. Con il suo clima mite e la perfetta temperatura delle acque sembra quasi un mare incastonato fra le Alpi e la pianura padana.
Il lago è circondato da palme, oleandri, olivi e viti e le sue sponde lambiscono ben tre regioni – Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto. Tutt’intorno vi sorgono borghi pittoreschi, lidi e porticcioli, grandi centri pieni di vita, parchi e riserve naturali.
Vi voglio elencare brevemente sette, tra le molte località, che potrete vedere, percorrendo un itinerario da Nord a Sud del lago, dove le località meridionali ricordano le isole del Sud mentre a Nord alte cime cingono il lago facendolo sembrare un fiordo.
Lazise
Lazise, sulla sponda sud-orientale. Il borgo, elegante e colorato, è cinto da antiche mura e da una torre campanaria. Merita una visita la Dogana Vecchia, ospitata in un edificio del 1300 recentemente restaurato, che si specchia direttamente sul lago. Il lungolago di Lazise è uno dei più belli di tutto il Garda. Partendo dal centro storico, animato di caffè e ristoranti, il sentiero prosegue per un lungo tratto costeggiando la riva, regalando suggestivi scorci paesaggistici.
Punta San Virgilio
Questo luogo rappresenta la quintessenza del Garda: acqua, cipressi e silenzio. Lasciata la macchina nel piccolo parcheggio, si scende il viale alberato che conduce ad un porticciolo. Qui la vista si apre su un panorama a 360 gradi a filo d’acqua. La villa quattrocentesca che si specchia sul lago ospita un hotel di lusso, che offre anche un bar e ristorante. Il posto perfetto per un pranzo o una cena romantici!
Malcesine
La cittadina di Malcesine è famosa per il Castello Scaligero, affacciato sull’acqua. E’ una località molto amata dai turisti stranieri, che la scelgono anche per celebrare le nozze. L’altro motivo di attrazione di Malcesine è la funivia del Monte Baldo, che parte proprio dal centro. Bastano 20 minuti di salita per arrivare a quota 1760 metri! Dalla stazione a monte si apre un balcone naturale con viste mozzafiato sul lago. Il Baldo, noto come “Giardino d’Europa” per la varietà di piante fiori che vi crescono, offre numerosi sentieri panoramici in costa ed è anche un punto di lancio d’eccezione per i patiti del parapendio.
Tremosine
Con questo nome ci si riferisce ad un “paese diffuso” composto di dodici frazioni. La più famosa è Pieve, conosciuta per la spettacolare terrazza a strapiombo sul lago. Da qui si vedono il castello di Malcesine e la cima del Baldo nella sponda opposta.
Salò
Salò passata alla storia come Capitale della Repubblica Sociale Italiana dal ’43 al ’45, Salò è una delle cittadine più grande del Garda. Il centro sfoggia palazzi liberty dalle tinte pastello ed è un luogo molto piacevole per passeggiare. Da Salò ha inizio la Riviera Bresciana, con alcune delle spiagge più belle del Garda. Acque blu e macchia mediterranea cingono piccole baie di ghiaia, attrezzate con tutti i confort.
Sirmione
La città più meridionale del Garda. Situata su una penisola lunga circa 4 chilometri, la località è una famosa stazione termale. L’acqua di Sirmione, ricca di zolfo, è infatti nota per le proprietà curative per la pelle e le vie respiratorie. Le terme di Sirmione sorgono in pieno centro storico, in un elegante edificio novecentesco affacciato sul lago e cinto da un giardino all’italiana. Il posto perfetto dove unire la visita del lago ad una vacanza all’insegna del benessere.
Desenzano del Garda
La posizione di Desenzano nel Golfo più grande del Basso Garda sponda bresciana, offre al turista spiagge curate ed organizzatissime con bar e chioschi aperti anche in serata, ristoranti, pedalò, barche a noleggio, lettini, ombrelloni, cabine, docce offrendo ogni genere di comfort. La vista panoramica da Desenzano è sulla Penisola di Sirmione e il Monte Baldo.
Desenzano del Garda non è una città solo turistica, è una vera città viva ed attiva in tutte le stagioni, salotto preferito per i fine settimana invernali, per la passeggiata dello shopping, gli acquisti in outlet e le serate in tutto l’anno.
La strada principale interna che corre parallela al Lungolago parte dalla Cinquecentesca Piazza Malvezzi, ed offre più di un chilometro di vetrine eleganti che si alternano ai tavolini delle gelaterie, bar e locali specializzati in aperitivi e spuntini di giorno e un po’ di musica dal vivo dopo cena. Si può fare una bella camminata anche verso il Faro di Desenzano che offre una vista panoramica su tutto il Garda.