Riviera Ciclopi Aci Trezza – Aci Castello
Aci Castello cosa vedere e Aci Trezza cosa vedere
Aci Castello e Aci Trezza sono due piccoli borghi marinari, che vivono di pesca e di turismo. Sorgono nel bel mare catanese, e riservano molte sorprese.
Aci Castello Sicilia Orientale
A poco più di 10 chilometri da Catania, si trova Aci Castello, antico borgo marinaro posto a 15 metri s.l.m, uno di quei posti da visitare in Sicilia. Il nome Aci Castello deriva dall’omonimo castello costruito nel 1076 dai Normanni su un vicino colle di pietra lavica. Ad Aci Castello cosa vedere se non il bellissimo castello edificato inizialmente nel VII secolo d.C. dai Bizantini. Il castello posava su una preesistente fortificazione di periodo romano, forse del 38 d.C. volto alla difesa della popolazione dalle scorrerie.
Nel Medioevo
Nel medioevo esso fu il fulcro dello sviluppo del territorio circostante. In epoca normanna proprio attorno al castello venne fondato il primo borgo. Intorno al 1170 il borgo venne completamente distrutto da un terribile terremoto e solo nel 1530 fu ricostruito e ripopolato. Nel corso degli anni, pur mantenendo le sue antiche origini, si è via via trasformato in un prestigioso luogo balneare, meta di numerosi turisti.
Il Castello Normanno che domina la piazza principale del paese, delimitata da una lunga balconata da cui è possibile ammirare il mare sottostante e la suggestiva Riviera dei Ciclopi. Il castello, costruito con pietra lavica proveniente dal monte Etna, sorge su di un promontorio di roccia lavica a picco sul mare. Al castello si può accedere solo dalla piazza, attraverso una scalinata in muratura, ed è sicuramente uno dei posti da visitare in Sicilia orientale.
Riviera dei Ciclopi
Il castello è simbolo di quella che viene chiamata Riviera dei Ciclopi che intorno al 902, quando l’emiro arabo Ibrahim conquistò Taormina e decise di avanzare verso la Riviera dei Ciclopi, i siciliani certi della sconfitta decisero di capitolare, preferendo pagare la gizah, una sorta di pizzo. La città e i suoi abitanti non furono così annientati, ma la roccaforte venne comunque rasa al suolo.
Non si è certi se il califfo Al Moez nel 909 fece riedificare la fortezza nello stesso punto, come elemento di un sistema difensivo più vasto.
Con certezza comunque, il castello di cui si possono ancora oggi ammirare le vestigia è opera della dominazione normanna e, soprattutto dei personaggi storici di Roberto il Guiscardo e Ruggero d’Altavilla. Concesso in seguito ai vescovi di Catania, il castello fu il primo luogo a ricevere le reliquie di Sant’Agata di ritorno da Costantinopoli. Ad oggi è adibito a museo, e ad iniziative culturali.
Sicilia orientale cosa vedere: Aci Trezza
Aci Trezza è un luogo magico, dove storia e mitologia si sovrappongono in una danza infinita, fino a confondersi. È qui che Omero ebbe l’ispirazione per la titanica lotta tra Ulisse e Polifemo, ma non solo.
Oggi Aci Trezza nella costa della Sicilia orientale potrebbe sembrare un paesino della costa siciliana come tanti altri, dedito al turismo per le sue splendide spiagge e le acque cristalline su cui si affaccia. Ma è in realtà un posto incantato, un piccolo paradiso di inestimabile valore culturale e storico. Fondato nel XVI secolo come approdo marittimo per il suo feudo, per moltissimi decenni il borgo ha vissuto grazie alla pesca, fin quando non si è trasformato in un polo turistico molto apprezzato per chi viene a visitare la Sicilia.
Aci Trezza cosa vedere
Il borgo è stato da sempre un luogo al centro di miti e leggende, con un nome che prende spunto dal mitico fiume Aci che, secondo la leggenda, passava in modo abbondante ed impetuoso da quelle parti.
Aci Trezza sarebbe anche la protagonista del canto IX dell’Odissea. Secondo il racconto del poeta greco Omero infatti, i faraglioni, gli otto scogli che si ergono di fronte alla costa di Aci Trezza, sarebbero le pietre lanciate da Polifemo ad Ulisse, durante la fuga di quest’ultimo, che aveva accecato il ciclope.
Da qui anche il nome di Isole dei Ciclopi per i faraglioni, e di Riviera dei Ciclopi per il golfo antistante.
“Estratto dal mio libro “Sicilia da Raccontare”:
“Arrivato lì con il sole che incomincia lentamente a calare, dopo una passeggiata per ammirare gli antistanti isolotti, e il piccolo porto, decido di concedermi un po’ di meritato riposo, facendo un bagno nelle limpide acque di fronte ai faraglioni, e godermi un po’ di sole che ormai non bruciava più, dandomi quel relax che andavo cercando.
Non avendo con me le scarpette da scoglio, vi assicuro che è stato abbastanza difficoltoso riuscire ad entrare in acqua, con sassolini e scogli, che non erano li per massaggiare i miei piedi, tanto che polpetta declina l’invito ad un bel bagno, e si accontenta di tenere i suoi polipi (scherzosamente i suoi piedini) in ammollo nella fresca acqua del mare, e godersi il sole che gli baciava la faccia.
Ma io no… non potevo rinunciare ad una nuotata nel Golfo dei Ciclopi, chissà che Polifemo non tiri anche a me una pietra sulla testa… ahahah.”
Continua……..
“…….decido di camminare verso uno dei faraglioni che erano raggiungibili da terra, e di scalarlo fin sulla cima, da dove poter sedermi, e ascoltarmi un po’ di musica rilassante con le cuffie, mentre ammiravo il paesaggio. Io solo, e la meraviglia di quel luogo.
Il panorama che si godeva da lassù, malgrado il tempo grigio, era bellissimo, e lo consiglio a chi abbia un po’ di senso di avventura, ma soprattutto un po’ di agilità, altrimenti ritrovarsi di sotto rotolando come una pietra è un attimo. Per chi deciderà di farlo, poter sedersi lì in solitudine, a contemplare dall’alto le meraviglie che vi circondano…non ha prezzo.
Gli altri faraglioni, quelli in mezzo al mare sono raggiungibili solamente con una barca, con uno dei pedalò che potrete trovare nel posto, o con una bella nuotata…..” un estratto sempre dal racconto. Lasciatevi ammaliare da questo posto durante il vostro viaggio in Sicilia.