"ingresso sotoportego con due colonne bianche in pietra"
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Sotoportego del Tagiapiera

In Campiello del Sol nel sestiere di San Polo si trova uno dei sotoporteghi più belli di Venezia, con la sua relativa corte: il Sotoportego del Tagiapiera. Questo sotoportego è caratterizzato da due grosse colonne bianche in pietra d’Istria, che ne sorreggono l’architrave con il nizioleto in bella vista. Una volta arrivati in Campo del Sol non avrete difficoltà nell’individuarlo.

La sua piccola corte è lunga e stretta, e conduce ad una bella porta d’acqua, ancor oggi utilizzata per far sbarcare le merci (lo si capisce dalla passerella di legno posta sulla sinistra).
Come molti sapranno, i Tagiapiera erano degli artigiani che lavoravano di scalpello per sgrezzare, lisciare, rifinire la pietra e scolpire gli elementi decorativi lapidei, i pilastri e gli architravi di edifici, monumenti e chiese.

"corte veneziana stretta e lunga"

Sotoportego e Corte del Tagiapiera

Come per molti luoghi a Venezia, anche questa corte e questo sotoportego non si esimono da essere legati da una leggenda, più o meno vera. Una leggenda affascinante e un po’ macabra, tipica delle storie popolari veneziane. Questa leggenda narra di un amore proibito e di una tragica vendetta.

La leggenda del sotoportego del Tagiapiera

Si racconta che in tempi antichi vivesse in questa zona un abile tagiapiera (scalpellino), noto per la sua maestria nel lavorare la pietra d’Istria. Quest’uomo era follemente innamorato di una dama veneziana di nobili natali, la quale però era già promessa sposa a un patrizio altrettanto ricco e potente. Nonostante l’evidente disparità sociale, la dama ricambiava segretamente l’amore del tagiapiera, e i due si incontravano di nascosto proprio nel buio e discreto sotoportego.

Un giorno, il futuro sposo della dama scoprì la tresca. Accecato dalla gelosia e dall’ira per l’affronto subito al suo onore, decise di vendicarsi in modo crudele e plateale. Commissionò al tagiapiera un’opera d’arte funeraria di grande complessità, promettendogli una cospicua somma di denaro. Il povero tagliapietra, ignaro della trappola, accettò l’incarico con entusiasmo.

Una volta che l’opera fu completata e consegnata, il patrizio fece in modo che il tagiapiera fosse attirato nel sotoportego per riscuotere il pagamento. Qui, anziché ricevere il compenso pattuito, il tagiapiera fu brutalmente assassinato dai sicari del nobile. Il suo corpo fu lasciato lì, come monito per chiunque osasse sfidare le convenzioni sociali e l’onore delle famiglie patrizie.

Lo spirito inquieto del tagiapiera

La leggenda vuole che lo spirito inquieto del tagiapiera continui a vagare nel sotoportego, e che a volte si possano udire gemiti e lamenti provenire dalle sue oscurità, soprattutto nelle notti cupe d’inverno. Alcuni raccontano anche di aver percepito una presenza fredda e pesante, come se il fantasma del tagiapiera stesse ancora cercando giustizia o, forse, il suo amore perduto.