Trappeto
Trappeto è uno di quei borghi marinari in Sicilia poco conosciti ai turisti, ma non per questo meno bello di altri piccoli borghi marinari siciliani. Anzi, e proprio questa sua peculiarità di essere un luogo poco conosciuto al turismo di massa, a renderlo uno dei più bei borghi siciliani da vedere sulle rive del mare.
La caratteristica cittadina balneare sorge come una perla sul Golfo di Castellammare, che regala scenari a chiunque abbia voglia di emozionarsi. Le case del paese sono decorate con fantasiosi murales, e questo villaggio di pescatori è stato scelto come location per alcuni film.
Io sono rimasto particolarmente affascinato dalla tranquillità, e dalla semplicità del luogo, ideale per chi voglia trascorrere una settimana di vacanza in Sicilia in assoluto relax. Tra sole, spiagge belle, e un territorio circostante ancora naturale ne sarete soddisfatti. Per questo quando mi si chiede in Sicilia Occidentale cosa vedere io includo sempre questo borgo tra i luoghi da visitare in Sicilia fidatevi.
Porto Trappeto
La cosa più bella da vedere a Trappeto, è il suo caratteristico porticciolo, a forma di ferro di cavallo, che forma una tranquilla baia sicura per le piccole barche dei pescatori. La caratteristica di questa meraviglia, è che si trova in posizione più bassa rispetto al centro del paese. Quindi dal belvedere sul mare, dove si possono ammirare degli splendidi tramonti, si avrà la visuale del porticciolo dall’alto, con una scenografia al tramonto davvero fantastica.
Spiaggia Trappeto
Le spiagge di Trappeto abbagliano per la bellezza del loro mare e della loro sabbia fine. Tra i lidi più conosciuti c’è la spiaggia di Ciammarita, nota per essere uno dei lidi più ventilati d’Italia. Non è da meno Casello, dove si può trovare un mare limpido e distese di soffice sabbia. La spiaggia è pubblica, mentre ombrelloni, sdraio e pedalò possono essere affittati nel luogo.
Da segnalare per concludere anche la piccola baia di San Cataldo, ricoperta di ciottoli, ma con una mare dove è possibile specchiarvici dentro. Come accennato precedentemente, i tramonti sul mare che si possono ammirare sono impagabili.
Se farete un viaggio in Sicilia in macchina non esitate a fermarvi in questo borgo di pescatori, per assaporare il sapore di Sicilia vera. Ovviamente anche questo luogo che mi ha colpito molto, ed in cui vi ho soggiornato una notte, e descritto ampiamente nel mio libro “Sicilia da Raccontare”.
Qui potrete vedere un mio breve video di Trappeto.
Sicilia da Raccontare
Ora per farvi capire meglio quanto carino e “vero” sia questo posto, voglio inserirvi ciò che ho scritto e pubblicato sul mio libro “Sicilia da Raccontare” a riguardo della mia visita a Trappeto.
” Trappeto è un piccolo borgo con poco più di 3000 abitanti, sorto nel XIV secolo a ridosso della selva Partenia, in regio demanio di Federico II di Aragona che lo utilizzava per le sue battute di caccia.
Trappeto si è evoluto come fertile centro agricolo, e tra le attività principali figura la pesca e il turismo. Conosciuto come “Trappetum cannamelarum” per la macina della canna da zucchero che qui aveva impiantato nel 1480 il ricco possidente Francesco Bologna, ebbe un periodo di fortuna durante tutto il XVI secolo.
Agli inizi del 1600 fu abbandonato dai suoi abitanti, che qui vi ritornarono alla fine del 1700 per coltivare la vite. Abitanti stabili si ebbero agli inizi del 1800, nelle casette costruite attorno alla vecchia Chiesa dell’Annunziata. Per secoli Trappeto è stato abitato da contadini e pescatori, ora divenuto meta prescelta di un turismo entusiasta e fedele, che in un paese immerso nel verde tra preziose aiuole e case variopinte di pescatori adornate da innumerevoli murales trova piacevoli occasioni di relax e vita sociale, senza la confusione dei grandi centri. Io sono rimasto particolarmente colpito per la sua tranquillità, la sua posizione direttamente sul mare e per il suo piccolo porto dove poggiano minute barche di pescatori, veramente molto scenografico.
Essendo il centro del paese posto in una posizione sopraelevata rispetto al mare e alla suddetta baia con il piccolo porticciolo, la visuale dall’alto che si può ammirare è sensazionale. Al tramonto la piccola baia con le sue barche e le sue vecchie caratteristiche case, si colora di rosso, obbligandoti a sederti lì sui gradini vicino alle vecchie barche e attendere il calar del sole.
Il dolce tramonto a Trappeto
Io così ho fatto, l’unica cosa che mancava erano le dolci note di una chitarra, come a Trapani, e il momento si sarebbe trasformato in poesia. Purtroppo tra le tante cose che so fare, non rientra il suonare la chitarra né tanto meno cantare, quindi se tra di voi c’è qualcuno che sa suonare e cantare ci si dà appuntamento lì, e io porto una buona bottiglia di vino bianco. “See… poi magari facciamo anche due pescetti ai ferri e un paio di seppioline…” regio pensiero dei miei simpatici neuroni.
Arrivato prendo possesso dell’appartamento, su di una via laterale, proprio a pochi metri dal belvedere che dà sul mare, dove si trovano alcuni localini per cenare o bere l’aperitivo durante il tramonto. Al mio arrivo ad aspettarmi c’è un’anziana signora, che uscendo dalla porta accanto mi dice che le chiavi erano appese alla serratura e che potevo entrare, che di lì a poco sarebbe arrivato il figlio che si occupava dell’alloggio. Io allora entro, deposito le mie cose e sbircio in casa; una casa abbastanza grande, con due stanze da letto, però vecchiotta e arredata in modo approssimativo.
Va bene lo stesso, il prezzo era basso e non vado cercando il lusso, e come prima cosa osservo il frigo, essenziale per rinfrescare le bottiglie di Coca-Cola e d’acqua, e il condizionatore, condizione “sine qua non” indispensabile di sopravvivenza.
Frigorifero vecchiotto ma funzionante, condizionatore accesso e… non funziona… sine qua non (frase latina che significa condizione indispensabile)! Inorridito incomincio a sudare freddo, pensando al calore che mi avrebbe accompagnato per tutta la notte insonne. Al grondare di sudore, dopo aver bevuto tutto d’un fiato una Coca-Cola ghiacciata, maledico le indicazioni d’affitto che riportavano “condizionatore presente”. Presente sì ma rotto… sine qua non!
Il condizionatore non funziona
Dopo aver cercato di attivarlo in tutti i modi, decido di aspettare il padrone di casa e dirgli della condizione “sine qua non”, e se il “sine qua non” non fosse stato rispettato, me ne sarei andato senza cacciare un centesimo bucato. Sì, andato, ma dove?
Accendo quindi freneticamente il tablet, su Booking cerco una sistemazione alternativa e mi tranquillizzo quando trovo un paio di soluzioni nelle vicinanze. Solo che ora si presentava il problema di prenotare non per oggi… ma per “ora” per quel preciso momento. Ma non mi perdo d’animo, figuriamoci, ne ho viste di cotte e di crude viaggiando da solo.
In quel momento arriva finalmente il padrone dell’appartamento e io, con modo elegante, faccio notare che il condizionatore deve avere qualche piccolo problema, visto che non dava segni di vita a nessuna mia sollecitazione. E mentre mi appresto a dirgli la fatal frase “sine qua non” lui mi lascia sbigottito mettendo mano a una chiavetta che teneva in tasca, la inserisce su di una scatoletta sul muro… et voilà il condizionatore prende vita, smorzando il mio “sine qua non” tra le mie labbra.
La persona comunque è molto gentile, e mi dice che posso dormire sulla stanza che voglio, sul letto che voglio. Io gli dico che magari farò un po’ e un po’… un po’ in un letto, un po’ in un altro, poi mi alzo e cambio stanza, così da tirar fino mattina… “no dai scherzo” gli dico, e scoppia a ridere.
Salutatomi, mi dice che alla mattina potevo andar via quando volevo, bastava che lasciassi le chiavi sopra il tavolo. Che poi io il discorso della chiavetta per attivare il condizionatore non l’ho mica capito… Probabilmente perché così quando si esce dalla casa si stacca il condizionatore, anziché dimenticarselo acceso che consuma corrente per nulla. Però essendo la chiavetta a parte, uno può dimenticarsi la chiavetta inserita e uscire di casa, e non hai risolto un benedetto niente. Mah va bene lo stesso, l’importante era che l’aria condizionata funzionasse, e devo dire che malgrado il modello vecchio rinfrescava veramente bene… aaah vita!
Le spiagge
Esco e mi dirigo subito sul lungomare a pochi passi (via Marina), ed essendo stanco e accaldato decido che era il momento di concedermi un po’ di relax alla spiaggia, e un bagno rinfrescante. Scendo le scale che dal belvedere portano fin sulla spiaggia antistante al borgo, sistemo il mio accappatoio e immergo il mio corpo accaldato in acqua, con sommo piacere dei miei neuroni.
Vi dico subito che la spiaggia antistante al borgo non è bellissima, perché è protetta da piccole dighe di roccia frangiflutti, quindi l’acqua all’interno è molto bassa, ma soprattutto è piena di piante acquatiche attaccate al fondo. Risulta quindi un po’ difficoltoso fare il bagno senza che il corpo arrivi a contatto con le erbe, mentre ci si può tranquillamente camminare sopra con delle scarpette da scoglio.
Per stare immersi nell’acqua dovete cercare gli spiazzi di sabbia, a macchia di leopardo, che sono sparsi. A me ciò non crea problemi, il mio scopo era solo quello di prendere un po’ di sole e galleggiare rilassato in acqua, e per questo anche pochi centimetri e poco spazio erano sufficienti. Di positivo vi era che stavo tranquillamente da solo, senza anima viva, solo un paio di bimbi più in là che giocavano insieme al padre, e che a breve se ne sarebbero andati.
Comunque le spiagge di Trappeto non sono tutte qua, anzi la zona è ricca di bei posti dove fare il bagno e prendere il sole a poca distanza. Da segnalare: a sei minuti d’auto, o poco meno di 2 km a piedi dal porticciolo, il “Lido Pam Pam” attrezzato e la spiaggia libera di Trappeto, situati proprio al limite est del borgo, o poco distante (una ventina di minuti d’auto) la bellissima spiaggia di San Cataldo con la sua omonima baia. Mare bello in Sicilia non ne manca in qualunque luogo si vada, basta cercare e scegliere, il cosiddetto “imbarazzo della scelta”.
Finito di riposare e prendere il sole, decido che è il momento di andare fino al porticciolo finora visto solamente dall’alto. Raccolte le mie cose e fatta la lunga scalinata che mi riporta sopra al belvedere, mi avvio, seguito da un bambino in bicicletta. A dire il vero il bimbo non seguiva me, ma gironzolava già da prima, avanti e indietro con la sua bici, e ora mentre io camminavo mi girava intorno. Avete presente un grosso moscone che vi ronza attorno? Ecco uguale. E cosa fa un moscone a un certo punto quando si stufa di ronzarvi appresso? Si appoggia. Ma in questo caso non essendo il bimbo un moscone, ma un “simil moscone” provate a pensare, che fa? Mi viene a sbattere addosso con la sua benedetta bicicletta, pestandomi un piede, squarciandomi (esagero) un polpaccio, e provocando ai miei neuroni la recitazione del Rosario de li mortacci suoi. Il bimbo ovviamente finisce a terra, e tutto paonazzo si rialza chiedendomi vergognosamente scusa. Figuriamoci, non era successo nulla di che, mi accerto che il bimbo non si sia fatto male, e gli dico “tranquillo tutto bene” dandogli una carezza sulla testa, con i due selvaggi che nel mio cervello mormoravano “dai fai il bravo bimbo… vai a correre con la bicicletta in tangenziale…”.
Il porticciolo
Per arrivare al porticciolo scendo la lunga scalinata posta alla fine del belvedere, dove vicino c’è una bella barchetta di legno colorata d’azzurro, bianco e rosso, con all’interno una bella composizione floreale, moto carina. Per raggiungere il porticciolo si arriva anche lungo la strada che dal centro paese scende giù e poi continua fino a portarvi al lido di Trappeto Est.
Poche casette, ognuna con la sua piccola veranda formata da poche cose, che danno direttamente sulla piccola rampa di discesa in cemento per le barche, che degrada a poco a poco fino a scendere fin dentro il mare. Una decina di piccole barchette e nulla più, la bellezza della semplicità e il mare. E sarà qui che mi siederò ad aspettare lo spettacolo quotidiano che offre la natura con il suo tramonto, le leggere onde che salgono e scendono dalla piccola rampa, mentre i gabbiani volteggiano in quello che è il magico rituale di ogni calar del giorno. Il tuo pensiero vaga e la tua anima sembra quasi alzarsi in volo, a voler volare insieme ai gabbiani, finché l’ultimo raggio di sole ti fa capire che il giorno è finito ed è ora di dirigersi verso casa.
Soddisfatto e rilassato, cammino verso il centro del paese, tra le piccole viuzze ora riempitesi di persone gioiose, anziani seduti su delle sedie dinnanzi agli usci di casa che raccontano le loro storie, e bimbi che giocano allegramente. Questa è l’immagine che puoi vedere in questi piccoli borghi che io tanto amo, e che me li fa preferire alle più fredde e caotiche città, luoghi dove sono ancora presenti i valori delle piccole ma grandi cose.
Dolce mangiare
Ed è camminando tra queste vie che trovo una rosticceria e poco distante un piccolo supermercato. Decido allora di prendere qualcosa di già cotto in quella rosticceria in via Milano che mi sembrava buona, anche perché da lì se ne uscivano tutti, grandi e piccini, con dei cartocci di gustose patatine fritte che hanno risvegliato i miei sensi di bimbo goloso.
Ordino quindi due begli arancini, un panzerotto siciliano fritto e una copiosa dose di patatine fritte che tanto mi avevano ingolosito. Dal minimarket prendo le bibite, acqua e rigorosamente birra, per evitare di annaffiare tutte queste bontà con la semplice acqua, perché si rischia di provocare una reazione chimica di avvelenamento… dai che sto scherzando! Certo del buon vino sarebbe stato la morte sua, non che non lo gradisca, anzi mentre vi scrivo sto sorseggiando un buon calice di prosecco, ma quando viaggio al massimo mi concedo qualche birra con le cose più golose, giusto per non incorrere nella sindrome da avvelenamento detta poc’anzi.
Vi segnalo che continuando dritto per via Milano e poco dopo svoltando a sinistra in via Rapisardi, giungerete davanti alla carinissima chiesetta del paese della SS. Maria Annunziata, nulla di particolarmente storico, ma molto carina nel contesto del paese.
Detto questo, mi avvio nel mio alloggio dove fare una succulenta scorpacciata di cibi fritti, anche se per quando arriverò, le patatine non avranno avuto scampo, mangiate una a una strada facendo.
Condizionatore al massimo, pancia piena, birra a sciacquare il palato e la serata è servita… buonanotte. “