
Corte Maffioletti a San Polo
Corte Maffioletti, nascosta nel sestiere di San Polo, è uno di quegli angoli di Venezia che raccontano una storia più grande di quanto la sua modesta apparenza suggerisca. A prima vista, potrebbe sembrare una delle tante corti tranquille della città, ma il suo nome cela il racconto di un’ascesa sociale e del sogno di una famiglia.
Quelle che oggi conosciamo come Corte Maffioletti e Ramo Maffioletti non hanno sempre avuto questo nome. Per molto tempo furono chiamate, con una semplicità che sa di vita quotidiana, “calle del frutariol” e “corte del frutariol”.
Il motivo è legato a un uomo: Antonio Maffioletti. Nel 1713, Antonio prese in affitto una casa proprio lì, insieme a una bottega dove vendeva frutta e a due magazzini che usava per conservare la sua merce. La sua attività di frutariol (fruttivendolo) era il cuore di quelle vie, che presero il nome dal suo onesto e faticoso mestiere.

La storia di Corte Maffioletti
La storia diventa ancora più interessante quando si osserva il destino dei discendenti di Antonio. Dalle informazioni storiche, è probabile che i suoi figli e i nipoti non abbiano continuato l’attività di famiglia. Invece, si dedicarono con successo a professioni di maggiore rilevanza. Forse l’onestà e l’intraprendenza di Antonio diedero alla famiglia la solidità economica e la reputazione necessarie per permettere ai suoi eredi di studiare o di intraprendere attività più redditizie e prestigiose.
Il fatto che il nome della corte sia cambiato, passando da un’indicazione commerciale a un cognome, testimonia il successo e il rispetto che la famiglia Maffioletti riuscì a guadagnare nel tempo. Non più solo il luogo di lavoro di un frutariol, ma il segno di una famiglia che ha saputo elevarsi.
Oggi, camminando per Corte Maffioletti, si può sentire il silenzio, ma è un silenzio che nasconde il ricordo del profumo di frutta, del lavoro di Antonio e dell’ambizione che ha fatto di un’umile bottega la base per un futuro più grande. Ogni calle a Venezia ha la sua storia, e quella di Corte Maffioletti è un esempio perfetto di come la toponomastica racconti la vita di una città.

La leggenda di Corte Maffioletti
Nel cuore di una Venezia che ancora profumava di salmastro e di mercanzie esotiche, c’erano due piccole vie che tutti chiamavano la calle del frutariol e la corte del frutariol. Era il 1713 e in quelle calli operava Antonio Maffioletti, un uomo onesto e laborioso che vendeva la frutta più dolce e succosa di tutta la Serenissima.
La sua bottega era un angolo di paradiso, pieno dei colori vivaci di pesche, fichi, mele e arance. Antonio amava il suo mestiere e la gente del sestiere lo stimava per la sua bontà e per il sorriso che non mancava mai.
Una sera d’inverno, mentre la nebbia avvolgeva i canali e il freddo pungeva le ossa, un vecchio viandante si presentò alla sua bottega. Il suo volto era scavato dalle rughe, il mantello logoro e scuro. “Buonasera, Maffioletti,” disse con voce tremolante. “Non cerco frutta, ma una storia. Ho sentito dire che il tuo cuore è puro come il succo di un’arancia matura. Ti chiedo un favore, che non ha prezzo.”
Antonio, perplesso, lo invitò a entrare e gli offrì una mela, l’ultima rimasta. Il vecchio, invece di prenderla, la guardò e sorrise. “Non prenderò nulla, ma ti darò un consiglio. Sotto il tuo bancone, c’è un seme che è caduto da un frutto che non hai mai venduto. Non buttarlo via, piantalo nella tua corte. I frutti che nasceranno ti guideranno.”
Senza aggiungere altro, il vecchio si voltò e sparì nella nebbia. Antonio, curioso, guardò sotto il bancone e trovò un minuscolo seme nero, liscio come la seta. Lo piantò in un vaso nella corte e se ne dimenticò, preso dal suo lavoro.
Dopo poche settimane, dal seme nacque una piantina. Non produceva frutti, ma le sue foglie erano di una lucentezza straordinaria. Ogni volta che Antonio le toccava, sentiva una chiara sensazione di lucidità. Le foglie sembravano guidare la sua mano, quasi a suggerirgli come disegnare, come scrivere, come risolvere intricate questioni.
Antonio, seguendo questo misterioso influsso, iniziò a scrivere e a dipingere con una maestria che non sapeva di avere.
I suoi discendenti, a loro volta, ereditarono non solo il vaso con la pianta, ma anche quel tocco di genio. Lasciarono il mestiere di frutariol per dedicarsi ad attività più nobili e complesse: divennero architetti di fama, notai rispettati e mercanti che trattavano solo con le più alte sfere del Dogado. La fortuna della famiglia Maffioletti crebbe, ma nessuno sapeva da dove provenisse, se non dal piccolo seme di quel misterioso viandante.
Così, in onore della loro ascesa, la città decise di ribattezzare quelle vie con il nome della famiglia: ramo Maffioletti e corte Maffioletti. Ma gli anziani di Venezia, scuotendo il capo, sapevano bene che quelle calli avrebbero conservato per sempre, nel cuore e nel ricordo, il profumo dolce del frutto di un segreto, il frutto della bontà di un umile frutariol.


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